Image may be NSFW. Clik here to view.di Maria Cristina Miragliotta – L’infuocata campagna elettorale per le elezioni amministrative di Brolo del maggio 2014, scaturite dalle dimissioni dell’ex sindaco Salvo Messina, che portarono all’elezione dell’attuale sindaco, Irene Ricciardello, torna oggi alla ribalta con un rinvio a giudizio per diffamazione per l’on. Nino Germanà, deputato all’Assemblea Regionale Siciliana e cognato di Irene Ricciardello.
I fatti risalgono al maggio 2014 durante il comizio in piazza Roma in cui l’avv. Domenico Magistro, candidato a Sindaco, presentava i candidati al Consiglio comunale di Brolo della lista civica “Per Brolo” che appoggiava la sua candidatura.
Image may be NSFW. Clik here to view.In quell’occasione l’On. Germanà dalla terrazza della sua abitazione profferiva frasi diffamatorie e offensive della reputazione dei candidati utilizzando l’appellativo «“Ladri!” e successivamente reiterando il commento “Ladri” sulla propria pagina del socialnetwork Facebook», con le aggravanti di aver attribuito fatti determinanti e di aver recato offesa attraverso un mezzo di pubblicità.
A sporgere denuncia contro l’on. Germanà tutti i componenti della lista “Per Brolo”: Ada Agnello, Agnello Manuel, Aricò Giuseppe, Condipodero Cono, Condipodero Dario, Ferraro Franca, Fioravanti Tindara, Lenzo Valentina, Magistro Domenico, Murabito Basilio, Piscioneri Linda, Riccardo Cono Giuseppe, Riccardo Francesca, Ratto Antonino e Ziino Carmelo.
L’udienza è fissata per il 25 febbraio 2016 davanti al Giudice monocratico di Patti, dott.ssa Vona. L’on. Germanà è assistito dagli Avv.ti Giuseppe Mancuso e Massimiliano Fabio.
Image may be NSFW. Clik here to view.I carabinieri di Messina e del ROS hanno arrestato questa notte gli 8 componenti di un gruppo emergente della famiglia mafiosa “dei barcellonesi”, specializzato nel racket delle estorsioni ai danni di locali notturni della riviera tirrenica e di compagnie di navigazione turistica nell’arcipelago delle eolie.
L’inchiesta, coordinata dalla direzione distrettuale antimafia del capoluogo peloritano, ha permesso di risalire agli autori di due diversi incendi, verificatisi nel 2014, che hanno provocato la completa distruzione di una discoteca e di un motonave impiegata per le crociere turistiche nelle isole Lipari, causando danni per quasi 2 milioni di euro.
Dalle indagini dei carabinieri è inoltre emerso il coinvolgimento della banda sia in un vasto traffico di stupefacenti, con i quali venivano rifornite le spiagge ed i locali estivi del litorale messinese, sia in una sanguinosa rapina a un supermercato di Tripi, nel corso della quale i malviventi non esitarono ad aprire il fuoco contro un cliente che aveva tentato di ostacolarne la fuga.
Otto arresti nella famiglia mafiosa «dei barcellonesi»
- Ultima modifica: 2015-11-17T08:16:06+00:00
da CanaleSicilia
Image may be NSFW. Clik here to view.Continua l’attività delle Fiamme Gialle a contrasto del traffico di sostanze stupefacenti, che nei giorni scorsi aveva condotto all’arresto di altri cinque corrieri, soprattutto mediante il costante monitoraggio dei principali snodi autostradali ovvero dei punti di arrivo nella città, stazione ferroviaria e dei pullman.
Così, l’11 novembre scorso, durante un normale controllo all’uscita del casello autostradale di San Gregorio, hanno proceduto a fermare una Peugeot 107 nera condotta da Giovanni Treccarichi (nella foto) , 51enne catanese.
I militari del Nucleo di Polizia Tributaria, nello svolgimento degli accertamenti di prassi, notavano la crescente insofferenza del soggetto, che rivolgeva agli stessi pressanti richieste per accelerare la conclusione dei riscontri per presunte esigenze lavorative. Ciò ha indotto i finanzieri ad approfondire il controllo e, in particolare a effettuare un’ispezione accurata dell’autovettura all’interno della quale è stato rinvenuto, ben occultato sotto la moquette del sedile posteriore, un involucro in carta stagnola contenente un sacchetto in cellophane con 145 grammi di cocaina.
Le analisi effettuate sulla sostanza hanno consentito di accertare che si trattava di cocaina purissima dalla quale sarebbero state ricavate almeno 530 dosi di stupefacente, che, collocate sul mercato dello spaccio catanese avrebbero potuto fruttare circa 25.000 euro.
Il cinquantunenne, incensurato, è stato pertanto posto agli arresti domiciliari, su disposizione della locale A.G.
Catania – Arrestato con 145 grammi di cocaina
- Ultima modifica: 2015-11-17T11:24:04+00:00
da CanaleSicilia
Sono convinto di non avere mai infangato il buon nome di nessuno.
Posso giurare di aver sempre espresso opinioni, nella mia vita, maturate sulla base di considerazioni fondate su fatti e circostanze. Di non aver mai agito o proferito parola in un modo che non fosse onesto e sincero.
Ció premesso, da uomo delle istituzioni e prima di tutto da cittadino di Brolo che ama la sua città ho espresso, seppure con toni forti, il mio disappunto rispetto ad un progetto politico in continuità con le precedenti amministrazioni.
I fatti e la successiva inchiesta denominata mutui fantasma hanno scoperchiato un enorme calderone pieno di irregolarità e malefatte. Dandomi ragione di un’opinione che avevo sviluppato.
Ho la conoscenza a posto, cosa che non potrei dire se avessi agito in mala fede, o rubato soldi pubblici come hanno fatto altri.
Se mi fossi macchiato di una grave colpa, per prima cosa avrei pensato a come giustificarmi con i miei elettori e con la mia famiglia. Ma francamente non ritengo sia questo il caso.
Per le querele che ho ricevuto in campagna elettorale a Brolo sono certo che la magistratura, chiarirà la esatta portata delle mie dichiarazioni.
Tutte le mie azioni hanno lo scopo di dare un contribuito volto a fare accertare con “verità” le reali responsabilità politiche dei soggetti coinvolti e da uomo delle istituzioni sento il dovere di svolgere il mio ruolo con fermezza e nell’interesse esclusivo dei cittadini. Ritengo d’averlo sin qui dimostrato. E con l’onesta intellettuale che ritengo mi appartenga, andrò avanti per la mia strada, sapendo di non aver nulla da rimproverarmi.
I Carabinieri della Compagnia Carabinieri di Barcellona Pozzo di Gotto e della Sezione Anticrimine del R.O.S. di Messina, nella mattinata odierna, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale di Messina, Dr. Giovanni DE MARCO, su richiesta del Procuratore Capo Guido LO FORTE e dei P.M. Vito DI GIORGIO ed Angelo CAVALLO della Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo.
Image may be NSFW. Clik here to view.L’operazione ha portato all’arresto di 8 soggetti ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, estorsione, rapina, porto abusivo di arma da fuoco, furto e incendio, aggravati dalla disponibilità di armi e materiale esplodente nonché dall’aver commesso i fatti avvalendosi delle condizioni di cui all’art. 416 bis c.p., al fine cioè di agevolare l’attività dell’associazione mafiosa denominata “famiglia barcellonese”.
Questi i destinatari della misura cautelare:
OFRIA Giuseppe, nato a Milazzo il 05.04.1994
D’AMICO Bartolo, nato a Messina il 05.12.1989
CHIOFALO Marco, detto “Balduccio”, nato a Barcellona P.G. il 18.01.1993
CHIOFALO Salvatore, nato a Barcellona P.G. il 26.09.1989
BENVENGA Santino, detto “Gigi”, nato a Barcellona P.G. il 13.09.1992
FIORE Giovanni, nato a Milazzo l’08.03.1989
BIONDO Tonino, detto “palloncino”, nato a Reutlimgen (Germania) il 09.09.1975
CRISAFULLI Carmelo, nato a Messina il 07.04.1990
Il provvedimento scaturisce dalle indagini avviate nel 2014 dai Carabinieri della Compagnia di Barcellona Pozzo di Gotto a seguito di una serie di gravi danneggiamenti, portati a termine nel comprensorio tirrenico della provincia di Messina, i cui esiti, anche grazie allo sviluppo investigativo degli elementi emersi a margine dell’operazione “Gotha 5”, che tra i mesi di aprile e giugno 2015 ha portato all’esecuzione di un totale di 32 provvedimenti restrittivi, e delle dichiarazioni di 2 nuovi collaboratori di giustizia, hanno permesso di comprovare l’operatività, nell’area barcellonese, di un gruppo criminale affiliato a “Cosa Nostra” dedito alle attività estorsive e al narcotraffico, documentando i ruoli dei diversi sodali nella realizzazione di molteplici atti intimidatori e danneggiamenti funzionali all’imposizione del racket sia nel settore dei servizi di sicurezza privata all’interno delle discoteche di Barcellona P.G. e Milazzo, sia in quello del trasporto marittimo dei turisti verso le isole Eolie.
Inoltre è stato possibile individuare gli autori degli incendi che hanno causato la distruzione di gran parte della discoteca-sala ricevimenti “Villa Liga” ubicata nel Comune di Furnari-ME (circa 1 milione di euro di danni) e della motonave da diporto di 32 metri “Eolo d’oro”, impiegata per minicrociere nelle isole Eolie (circa 800mila euro di danni, interamente indennizzati attraverso i fondi messi a disposizione dalla “FAI-Federazione Antiracket Italiana”) avvenuti rispettivamente in data 13 agosto e 3 dicembre 2014 .
Per entrambi gli avvenimenti, nell’immediatezza dei fatti, numerosi sono stati i messaggi di solidarietà provenienti dall’intera opinione pubblica come molteplici sono state le iniziative di sostegno, finalizzate a far ripartire le attività così duramente colpite dagli atti incendiari.
L’attuale ordinanza emessa dall’A.G. ha confermato, ancora una volta, la complessa attività investigativa svolta dai Carabinieri recentemente che ha individuato l’esistenza di un gruppo criminale operante nell’ambito della famiglia mafiosa c.d. “dei barcellonesi”, riconducibile agli odierni indagati.
Come nei precedenti provvedimenti cautelari, anche le odierne risultanze investigative hanno statuito l’esistenza del citato gruppo dedito a violenti delitti commessi nell’hinterland barcellonese. Risultanze ulteriormente confermate anche dalle dichiarazioni rese dai nuovi collaboratori di giustizia, MUNAFO’ Franco ed ALESCI Alessio, già colpiti dalle citate ordinanze di custodia cautelare i quali, oltre a confermare l’esistenza del gruppo criminale cui appartenevano (riferibile al medesimo ALESCI Alessio ed al nipote OFRIA Giuseppe), hanno svelato i nomi dei soggetti che hanno rappresentato nel corso del tempo l’ assetto operativo dell’associazione mafiosa, composto anche dalle persone tratte in arresto in data odierna, prima in libertà.
Ancora una volta nella presente ordinanza è contestata l’associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, con l’aggravante di poter disporre di armi e materie esplodenti. Nel caso specifico è stato colpito dal provvedimento in argomento BIONDO Tonino, ritenuto custode della sostanza stupefacente nonché di un arsenale di armi, a disposizione dell’intero gruppo di OFRIA Giuseppe, ALESCI Alessio, D’AMICO Bartolo e CHIOFALO Marco. Nella stessa operazione è stato tratto in arresto anche CRISAFULLI Carmelo, autore in concorso con altri due complici della rapina al supermercato “Spaccio Super Fresco” di Campogrande di Tripi. Nel corso di tale rapina i malviventi, per guadagnarsi la fuga, esplosero due colpi d’arma da fuoco di cui uno ferì un cliente provocandogli gravi lesioni ad una gamba.
Il provvedimento cautelare ha messo in luce, inoltre, l’estrema ferocia e violenza con cui gli appartenenti al sodalizio barcellonese hanno affermato la propria egemonia sia nell’ambito dei servizi di sicurezza privata all’interno delle discoteche della zona di Milazzo e Barcellona P.G., sia nel settore del trasporto turistico per le isole Eolie. Sintomatici in tal senso sono gli incendi della sala ricevimenti “Villa Ligà” e della nave da crociera “Eolo d’oro” che portano, entrambi, la firma dell’organizzazione criminale colpita con l’odierna operazione.
L’incendio di “Villa Ligà” fu deciso da ALESCI Alessio, MUNAFÒ Franco e OFRIA Giuseppe dopo che quest’ultimo, durante una serata danzante, ebbe una discussione con alcuni componenti del servizio di sicurezza del locale. Nonostante la stessa sera l’OFRIA avesse umiliato pubblicamente e aggredito fisicamente tali soggetti, sottolineando il proprio “rango mafioso”, il gruppo si determinò a un gesto eclatante. Secondo quanto riportato dai collaboratori, OFRIA era intenzionato a vendicarsi a livello personale con chi non l’aveva rispettato in quella circostanza: “a questo pezzo di merda glielo devo fare pagare, o gli brucio la macchina o gli sparo nella macchina” ma la decisione finale fu di dare un segnale di pubblica intimidazione da parte di tutto il gruppo ”<<No, lo sai che facciamo? La cosa migliore ce la prendiamo con il locale, e gli facciamo vedere il segno del potere, loro si comportati così? Niente per nessuno>> e così è stato. Si è organizzato e si è bruciato il locale”. L’azione di fuoco veniva portata al termine materialmente da D’AMICO Bartolo, BENVENGA Santino, CHIOFALO Marco e CHIOFALO Salvatore. L’incendio fu di vaste proporzioni, come testimoniato dagli stessi ALESCI e MUNAFÒ:
“In effetti, di lì a poco tempo vedemmo una colonna di fiamme molto alta, addirittura lunga quindici- venti metri; in effetti erano stati utilizzati almeno settanta- ottanta litri di benzina…”;
“le fiamme si vedevano a chilometri di distanza; quando io, qualche giorno dopo, mi trovai nelle vicinanze, avvertii ancora la puzza di bruciato”.
La vastità delle fiamme fu tale che nelle operazioni di accensione, come confermato dagli accertamenti effettuati dal Nucleo Operativo di Barcellona, D’AMICO Bartolo si ferì gravemente ai piedi, tanto da doversi ritirare per qualche settimana a Lipari, a casa di un’amica che provvide a curarlo poiché lui non era neanche in grado di deambulare. Fu l’ALESCI a dare 1000 al D’AMICO per poter provvedere alle sue cure.
Diversamente, l’incendio della nave da diporto “Eolo d’oro” è stato commissionato da FIORE Giovanni, soggetto emergente dell’area milazzese e recentemente tratto in arresto per estorsioni commesse nei confronti di imprenditori edili che stanno svolgendo lavori sul lungomare di ponente. Secondo le dichiarazione dei due collaboratori, supportate dalle attività d’indagine a riscontro condotte dal Nucleo Operativo dei Carabinieri di Barcellona, FIORE si sarebbe rivolto al gruppo barcellonese, proprio attraverso MUNAFÒ e ALESCI, per incendiare l’imbarcazione dell’imprenditore milazzese Salamone. FIORE si sarebbe “affidato” al gruppo barcellonese non soltanto per accreditarsi presso di loro, essendo in ascesa nell’imposizione delle estorsioni agli imprenditori di Milazzo, ma anche per dimostrare in maniera eclatante alla famiglia della sua fidanzata, figlia del titolare di una società concorrente dei Salamone nell’ambito del trasporto turistico verso le isole Eolie, il proprio potere territoriale. Il vasto incendio che distrugge completamente la nave “Eolo d’oro”, in questo senso, è stato quasi una dimostrazione d’amore dai chiari connotati mafiosi. Per l’esecuzione della commessa, il gruppo barcellonese ha percepito un corrispettivo di 2000 euro più il costo dei circa 200 litri di benzina utilizzati per distruggere interamente l’imbarcazione.
Sul punto il GIP ha rilevato che “il riferimento operato dal FIORE all’ALESCI non è meramente funzionale alla ricerca di un gruppo di sicari da assoldare, bensì è il chiaro atteggiamento di chi si rivolge al vertice di un’organizzazione criminale che esercita il controllo su una determinata porzione di territorio”.
I provvedimenti cautelari odierni si inseriscono in un percorso investigativo ormai consolidato, si tratta infatti di un filone d’indagine dell’operazione “Gotha 5”. Attraverso questi arresti la D.D.A. di Messina, i Carabinieri della Compagnia di Barcellona e del ROS di Messina sferrano un ulteriore colpo alla consorteria mafiosa barcellonese, i cui gangli territoriali, mediante il collaudato meccanismo del rimpiazzo e dell’ascesa delle nuove leve, continuano ad essere operativi.
Il merito dell’operazione è sicuramente quello di aver attinto giovani e spregiudicati esponenti del sodalizio, spietati e violenti, le cui gesta, in particolare i due devastanti incendi della discoteca “Villa Ligà” e della nave da crociera “Eolo d’oro”, avevano suscitato grande allarme sociale e clamore. A distanza di meno di un anno dal loro verificarsi il gruppo criminale che li ha progettati, decretati e posti in essere è stato, così, radicalmente disarticolato.
Barcellona P.G. – Seguito Operazione Gotha5
- Ultima modifica: 2015-11-17T13:06:12+00:00
da CanaleSicilia
Ieri, personale delle volanti dell’U.P.G.S.P. ha arrestato il pluripregiudicato tunisino BEN RHOUMA Sami (classe 1974) e il pluripregiudicato marocchino HARMACH Hassan (classe 1984) per tentato furto aggravato in concorso.
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Nello specifico, alle ore 17.30 di Agenti delle volanti, nell’ambito dell’intensificazione dei servizi di controllo del territorio predisposti dal Questore di Catania dott. Marcello Cardona, nel rione San Berillo vecchio, mentre transitavano in via Ciancio sorprendevano due individui nell’atto in cui armeggiavano sulla maniglia della portiera di un’autovettura ivi parcheggiata. Alla vista della pattuglia i due malfattori, successivamente identificati per i suddetti BEN RHOUMA e HARMACH, tentavano la fuga ma venivano raggiunti dopo un breve inseguimento, con non poche difficoltà.
A seguito di perquisizione personale il BEN RHOUMA veniva trovato in possesso di frammenti di candele-motore in ceramica, comunemente utilizzati per mandare in frantumi i vetri delle autovetture oggetto di furto.
Entrambi risultavano privi di documenti d’identità e dagli accertamenti esperiti emergeva che erano privi anche di permesso di soggiorno sul territorio nazionale, e in particolare BEN RHOUMA era già destinatario di svariati provvedimenti di espulsione emessi da diverse Questure, uno dei quali ancora da eseguire, mentre HARMACH era destinatario di un’espulsione emessa dal Prefetto di Catania il 16/09/2014 con ordine del Questore di Catania a lasciare il territorio nazionale entro 7 giorni e non eseguito dallo straniero.
Pertanto, gli stessi venivano tratti in arresto e su disposizione del PM venivano associati presso le camere di sicurezza in attesa dell’udienza del giudizio per direttissima fissato per domani mattina.
Catania – Arrestati per tentato furto e senza permesso di soggiorno
- Ultima modifica: 2015-11-17T13:24:13+00:00
da CanaleSicilia
Image may be NSFW. Clik here to view.Gli agenti del Commissariato P.S. di Patti, con la collaborazione dei colleghi del Commissariato P.S. di Caltagirone (CT), hanno dato esecuzione all’ordinanza emessa dal GIP del Tribunale di Patti, su richiesta del Sostituto Procuratore della Repubblica, relativa alla misura degli arresti domiciliari a carico di quattro giovani dimoranti nel comune di Scordia (CT), ritenuti responsabili di una serie di furti commessi negli ultimi mesi ai danni di esercizi pubblici ubicati nei territori di Gioiosa Marea e Patti.
Quattro le ordinanze di custodia cautelare in stato di detenzione domiciliare a carico di:
ARDIZZONE David, nato a Scordia (CT) il 05/11/1987;
FASSARI Gaetano Jonathan, nato a Catania il 09/02/1993;
GAUDIO Federica, nata a Torino il 17/07/1993;
D’AMICO Carmelo Francesco, nato a Catania il 04/10/1993 tutti per furto aggravato in concorso.
In particolare, dopo una serie di denunce sporte da esercenti commerciali che avevano subito dei furti, veniva posta in essere un’attività investigativa minuziosa che scaturiva nell’individuazione dei soggetti citati.
Arrestati quattro giovani responsabili di una serie di furti commessi tra Gioiosa Marea e Patti
- Ultima modifica: 2015-12-04T09:25:55+00:00
da CanaleSicilia
Image may be NSFW. Clik here to view.Potevano essere potenzialmente pericolosi per la salute, i prodotti sequestrati dalle “fiamme gialle” dal Nucleo Mobile della Compagnia della Guardia di Finanza di Caltanissetta; circa 550 pezzi di varia natura, privi di una serie di indicazioni previste dalla vigente normativa comunitaria e nazionale a tutela dei consumatori.
Ieri i Finanzieri hanno effettuato un controllo presso un importante esercizio commerciale nisseno gestito da cittadini di nazionalità cinese, per verificare, oltre al rispetto delle norme fiscali e contributive, la regolarità dei prodotti commercializzati di materiale elettrico destinato agli usi domestici. L’attività svolta consentiva di sequestrare quasi 570 pezzi tra lampadine, accessori elettronici, scaldini elettrici, asciugacapelli, ventilatori, carica batterie, prese e ciabatte elettriche, articoli per la casa, nonché circa 600 mt di luminarie natalizie “led color” che sono risultati non in regola e non conformi alle norme sulla sicurezza dei prodotti.
I militari della Compagnia della Guardia di Finanza di Caltanissetta pertanto sottoponevano a sequestro oltre 570 confezioni di prodotti elettrici di vario genere anche in ragione dell’assenza delle previste prescrizioni ed istruzioni in lingua italiana, in violazione delle norme del Codice sul Consumo, le quali prevedono, proprio al fine di consentire la tracciabilità del prodotto e anche allo scopo di mettere in condizione l’acquirente-consumatore di valutare la qualità del prodotto stesso, che le indicazioni sulla scatola siano anche in lingua italiana.
Il valore della merce sequestrata ammonta complessivamente ad oltre 6.200,00 euro. I prodotti sequestrati dai Finanzieri verranno ora messi a disposizione della Camera di Commercio di Caltanissetta che comminerà la sanzione al titolare dell’attività commerciale; trattasi di sanzioni amministrative che nel massimo applicativo legato alla pericolosità possono anche arrivare ad oltre euro 70.000. Sempre la Camera di Commercio deciderà sulla destinazione dei prodotti e sulla eventuale loro analisi di laboratorio per accertare la conformità alle vigenti normative.
Il servizio si inquadra in una più ampia attività di controllo svolta quotidianamente dalla Guardia di Finanza a tutela degli interessi non solo dei consumatori finali che possono trovarsi ad acquistare, in maniera inconsapevole, soprattutto in questo periodo dell’anno, materiale elettrico e giocattoli pericolosi per la salute, ma anche di tutti quegli esercizi commerciali che operano nel rispetto assoluto delle Leggi Stato.
Caltanissetta – 570 prodotti sequestrati in un negozio “cinese”
- Ultima modifica: 2015-12-04T09:54:27+00:00
da CanaleSicilia
E’ di due arresti, una denuncia ed il sequestro di sei pasticche di ecstasy il bilancio dell’attività antidroga dei Carabinieri di Messina.
Nella serata di giovedì 3 dicembre 2015, i Carabinieri della Stazione di Fiumedinisi hanno sequestrato sei pasticche di MDMA, la sostanza che la scorsa estate è costata la vita alla sedicenne Ilaria Boemi.
L’attività si inquadra in una più ampia strategia dei Carabinieri, per il contrasto e la repressione del traffico di droghe estremamente dannose, che rappresentano un vero pericolo soprattutto per i giovanissimi: il monitoraggio degli ambienti a rischio, una capillare attività informativa, volta a rilevare ogni minimo segnale di questo preoccupante fenomeno, anche nei centri più piccoli ed isolati come quello di Fiumedinisi e perquisizioni a tappeto sono i principali ingredienti di questa ricetta.
Image may be NSFW. Clik here to view.E’ così che si è arrivati alla perquisizione dell’abitazione di un cinquantenne messinese pregiudicato per reati in materia di sostanze stupefacenti, nel corso della quale i Carabinieri hanno rinvenuto sei pasticche sospette occultate nel cassetto di un comodino, di cui cinque di colore azzurro ed una di colore giallo, con degli strani loghi impressi nella parte superiore. Analizzate immediatamente con il narcotest, è emerso che si trattava di MDMA, o ecstasy, per un peso complessivo di quasi 2 grammi.
Tutta la sostanza, sulla cui provenienza sono in corso ulteriori indagini, è stata quindi posta sotto sequestro e l’uomo è stato denunciato dai Carabinieri per il reato di detenzione illecita di stupefacenti.
Sempre nella serata di ieri, i Carabinieri della Stazione di Messina Giostra si sono messi sulle tracce di Danilo Trimarchi, un 22enne del posto con precedenti anche per reati in materia di sostanze stupefacenti il quale, benché sottoposto agli arresti domiciliari ieri sera non era in casa. Il giovane è stato sorpreso nelle vicinanze mentre, insieme ad un amico, si stava fumando uno spinello. I due erano proprio fuori dall’abitazione di quest’ultimo e gli uomini dell’Arma hanno proceduto alla immediata perquisizione domiciliare. A casa del quasi 20enne Simone Rolla sono stati trovati 50 grammi di marijuana, un bilancino di precisione, altro materiale per il confezionamento delle dosi e denaro contante in banconote di piccolo taglio. Per entrambi sono scattate le manette e nella giornata odierna li aspetta il processo per direttissima in relazione ai reati di evasione per Trimarchi e quello di detenzione illecita di sostanze stupefacenti per Rolla.
Due arresti, una denuncia ed il sequestro di sei pasticche di ecstasy a Fiumedinisi
- Ultima modifica: 2015-12-04T16:46:00+00:00
da CanaleSicilia
Image may be NSFW. Clik here to view.La Guardia di Finanza di Siracusa, nell’ambito dell’intensificazione dei servizi di prevenzione generale e controllo economico del territorio, a seguito di attività info-investigativa individuava, in zona Santa Panagia dei locali apparentemente adibiti allo svolgimento di un’attività imprenditoriale, che, stranamente, venivano utilizzati dal titolare solo nelle tarde ore serali.
Le inconsuete modalità comportamentali del soggetto attenzionato inducevano i finanzieri della Compagnia di Siracusa ad effettuare un accesso in detti locali al fine di accertare quali attività venissero ivi effettivamente esercitate, la liceità delle stesse e riscontrare quanto info-investigativamente appreso circa la possibile detenzione illegale di armi e munizioni da sparo.
I Finanzieri, a seguito dell’intervento, esteso anche all’abitazione del soggetto, posta al piano superiore di detti locali, appuravano che il titolare dell’attività (P.C. classe 1957), sebbene titolare di regolare partita IVA: – esercitava, in mancanza di qualsivoglia autorizzazione, l’attività di tecnico per l’assistenza e manutenzione di apparecchi Misuratori Fiscali (rinvenuti in numerosa quantità ivi compresi pezzi di ricambio); – aveva, tra le altre cose, realizzato presso i locali un allaccio abusivo alla rete elettrica pubblica; – deteneva, complessivamente, n. 9 armi da sparo (fucili semiautomatici/automatici e carabine – marca Beretta, Franchi, Breda, Gitti e Crosman), di cui una detenuta illegalmente e n. 2 canne per fucile, di cui una modificata nonché n. 595 cartucce calibro 12 per dette armi.
Siracusa – Arrestato imprenditore per detenzione illegale di armi e munizioni e furto di energia elettrica
- Ultima modifica: 2015-12-05T10:11:40+00:00
da CanaleSicilia
Image may be NSFW. Clik here to view.Ieri mattina i poliziotti della squadra Mobile hanno arrestato, in flagranza di reato, Carmelo GRECH, 30 anni, residente nella zona sud della città, con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.
Aveva nascosto la droga tra in diversi vasi ornamentali sistemati al primo ed al terzo piano del condominio in cui abita. Quasi 700 grammi di eroina pura, divisi in quattro involucri tutti accuratamente impacchettati e ben nascosti, che una volta tagliati e messi sul mercato avrebbero potuto fruttare oltre 20mila euro. L’abilità nel nasconderli non è stata però sufficiente ad ingannare gli investigatori della Squadra Mobile che ieri mattina, dopo un’accurata perquisizione, sono riusciti a scovarli.
L’uomo, su disposizione del Sostituto Procuratore dott. Francesco MASSARA, è stato sottoposto alla misura degli arresti domiciliari in attesa del giudizio per direttissima.
Messina – Nascondeva quasi 700gr di eroina nei vasi ornamentali del condominio, arrestato
- Ultima modifica: 2015-12-05T11:14:42+00:00
da CanaleSicilia
Image may be NSFW. Clik here to view.La società “Domus Bet S.r.l.”, con sede in San Giovanni La Punta (CT), è titolare della concessione per il gioco a distanza. Per svolgere tale attività, prevista dall’art. 24 della legge 7 luglio 2009 n.88, si serve del sito internet “Domusbet.it”.
La società Domus Bet S.r.l. si affida ad esercenti che hanno delle attività come rivendite di tabacchi, agenzie di scommesse, cartolerie ecc., per pubblicizzare e diffondere i giochi pubblici a distanza oggetto della concessione che riguardano principalmente gli avvenimenti sportivi italiani ed esteri ed altri giochi come poker, slot machine ed altro.
I predetti esercenti, presso le loro attività, possono stipulare con i clienti solo contratti di conto gioco, che consistono nel registrare i clienti nel sito Domusbet.it attribuendogli una username ed una password, e possono inoltre ricaricare il suddetto conto di gioco. Per ricarica del conto di gioco si intende che il titolare di un conto gioco si presenta presso l’esercizio Domus Bet, fornisce le proprie credenziali (username e password) e può chiedere di ricaricare il conto gioco versando una somma di denaro al gestore, con la quale il titolare del conto di gioco potrà effettuare le sue scommesse on-line sul predetto sito.
L’esercente non può accettare scommesse o pagare vincite in denaro ai titolari di conto gioco, bensì si deve limitare ad effettuare solo quanto sopra descritto.
Il titolare di un conto gioco può effettuare le scommesse o da un computer messo a disposizione all’interno dell’esercizio o da altro terminale. Serve precisare che, se il titolare del conto di gioco effettua la scommessa all’interno dell’esercizio, l’esercente non può dare alcuna assistenza.
Il concessionario, ossia la società Domus Bet, riconoscerà all’esercente, businnes partner, una provvigione commisurata all’attività di gioco derivante dalla movimentazione dei conti di gioco sul sito Domusbet.it.
L’agenzia di scommesse, controllata dal personale della Squadra Amministrativa in data 2 dicembre u.s., con sede in questa via Francesco Crispi n. 142, all’esterno pubblicizzava il gioco a distanza con la società Domus Bet S.r.l., all’interno, invece, aveva messo a disposizione degli avventori un palinsesto di numerosi eventi sportivi ed esteri senza alcuna intestazione e, dopo la consultazione, gli avventori potevano presentarsi alla cassa, dettare i pronostici e versare le somme da scommettere per contanti al responsabile che ne rilasciava la relativa schedina.
Per effettuare le scommesse in questione, il titolare dell’agenzia si serviva di due società estere, di cui non forniva alcuna documentazione, che risultavano essere: “winsport365” e “betfire 24”.
Uno degli operatori della Squadra Amministrativa, fingendosi un cliente, entrava all’interno dell’agenzia di scommesse de qua, consultava il palinsesto delle scommesse, si avvicinava alla cassa gestita dal titolare ed effettuava una scommessa, previa dettatura dei pronostici, dell’importo di euro 5,00 (cinque) che pagava per contanti; il titolare, quindi, incassava la somma e gli rilasciava la relativa schedina.
Considerato che l’agenzia, come detto, era stata attivata senza essere in possesso della prevista concessione dei Monopoli di Stato e della licenza di Polizia rilasciata dal Questore di Catania, il responsabile veniva denunciato, in stato di libertà, per i reati di cui all’art. 4 Legge n.401 del 13.12.1989 e successive modifiche, che vieta a quanti privi di concessione, autorizzazione o licenza, di svolgere in Italia qualsiasi attività organizzata al fine di accettare o raccogliere o comunque favorire l’accettazione o in qualsiasi modo la raccolta anche per via telefonica o telematica, di scommesse di qualsiasi genere, nonché ai sensi all’art. 88 TULPS, per aver attivato una agenzia di scommesse priva dell’autorizzazione di polizia, e agli articoli 718 e 719 C.P., per aver esercitato il giuoco d’azzardo. L’immobile è stato sottoposto a sequestro penale unitamente all’attrezzatura telematica utilizzata per svolgere detta attività.
Catania – Sequestrato il locale e denunciato il responsabile per gioco d’azzardo
- Ultima modifica: 2015-12-05T13:16:27+00:00
da CanaleSicilia
Image may be NSFW. Clik here to view.Nella tarda serata di ieri, i Carabinieri della Stazione di Falcone hanno tratto in arresto PIRRI Angelo, classe ’83, nativo di Barcellona P. G. ma domiciliato a Pace del Mela e LONGO Antonino, classe ’87, anche’egli nativo di Barcellona P.G. ma residente a San Filippo del Mela, per il reato di resistenza a pubblico ufficiale, in concorso. A carico di PIRRI Angelo è stato anche denunciato per guida in stato di ebbrezza.
Poco dopo le 23:20 la pattuglia della Stazione Carabinieri di Falcone, mentre effettuava un posto di controllo alla circolazione stradale all’altezza dello svincolo del casello autostrada le A/20 uscita Falcone, intimava l’alt ad un’autovettura Audi A3, con a bordo due giovani. Il conducente del mezzo, invece di arrestare il veicolo, accelerava la marcia ed eludeva il fermo. La manovra repentina ha rischiato di travolgere il militare che soltanto grazie ai riflessi pronti, riusciva ad evitare di essere investito.
Immediatamente i due Carabinieri si ponevano all’inseguimento dell’autovettura dei due fuggitivi. Contestualmente, tramite la Centrale Operativa della Compagnia dei Carabinieri di Barcellona pozzo di gotto, veniva diramata una nota di ricerca per il rintraccio dei due giovani in fuga. Diverse pattuglie convergevano sui caselli autostradali bloccando gli svincoli di Barcellona, Milazzo e Villafranca Tirrena. L’autovettura con i due occupanti, dopo un inseguimento protrattosi fino a Milazzo, veniva raggiunta in prossimità dello svincolo A/20 di Milazzo e fermata dai militari dell’Arma con l’ausilio di una pattuglia della Polizia Stradale di Barcellona p.g.. I due giovani venivano bloccati, identificati e sottoposti a perquisizione. Il PIRRI Angelo, che era alla guida, rifiutava di sottoporsi all’esame dell’alcoltest e pertanto veniva denunciato anche per questa violazione. I due sono stati dichiarati in arresto e tradotti presso le rispettive abitazioni in regime degli arresti domiciliari, in attesa dell’udienza di convalida dell’arresto davanti al G.I.P., così come disposto dal Dott. Alessandro LIPRINO, Sost. Proc. della Procura della Repubblica di Barcellona P.G., che si terrà nella giornata oggi.
Falcone – Arrestati due pregiudicati in fuga sulla A/20
- Ultima modifica: 2015-12-05T14:35:05+00:00
da CanaleSicilia
Image may be NSFW. Clik here to view.Personale della Polizia di Stato e la Guardia di Finanza di Catania hanno posto in stato di fermo di indiziato di delitto tre presunti scafisti, uno dei quali sedicente cittadino senegalese, gli altri due di nazionalità gambiana, per il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina in relazione allo sbarco di 301 migranti avvenuto nel Porto di Catania sabato 5 dicembre scorso.
In particolare, Mamadou Diallo e Mambanyck Faal sono stati individuati quali componenti dell’equipaggio di un gommone, con a bordo 80 migranti di nazionalità sub-sahariana mentre il terzo scafista, Assan Faye, è risultato lo scafista di un ulteriore gommone con 103 migranti.
Gli interventi di soccorso sono stati operati al largo della Libia dall’unità della Marina militare italiana “Cigala Fulgosi”.
Le attività investigative – svolte dagli uomini della Squadra Mobile e del G.I.C.O. della Guardia di Finanza di Catania, coadiuvati da personale della Sezione operativa navale di Catania delle Fiamme gialle – hanno permesso di raccogliere significativi elementi indiziari a carico dei tre soggetti ritenuti “scafisti” dei gommoni soccorsi.
Le indagini – sviluppate a terra sotto il coordinamento dell’Autorità Giudiziaria – hanno infatti consentito di acquisire gli elementi necessari all’adozione dei provvedimenti di fermo.
I tre indiziati sono stati, pertanto, associati, i primi due presso la Casa Circondariale di Catania “Piazza Lanza” mentre il terzo al carcere di Caltagirone, a disposizione della Procura della Repubblica.
Sbarco migranti a Catania – Fermati tre scafisti
- Ultima modifica: 2015-12-07T10:24:02+00:00
da CanaleSicilia
Image may be NSFW. Clik here to view.Nella giornata di ieri, i Carabinieri del Comando Provinciale di Messina, in collaborazione con i militari dell’Arma di Catania, hanno eseguito quattro ordinanze di custodia cautelare in carcere, emesse dal G.I.P. del Tribunale di Catania, per “associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e detenzione di sostanza stupefacente ai fini di spaccio”.
Gli arresti di oggi si inseriscono nel più ampio contesto criminale disarticolato con l’indagine “Intreccio” condotta dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Messina. Il 17 luglio del 2014, infatti, nelle province di Messina e Catania, i Carabinieri hanno eseguito 11 misure cautelari personali emesse dal G.I.P. del Tribunale di Messina nei confronti di altrettanti soggetti indagati a vario titolo per reati associativi in materia di stupefacenti ed armi.
Le indagini, condotte tra il 2011 ed il 2012, oltre che individuare l’organizzazione malavitosa messinese smantellata a luglio del 2014, hanno svelato l’esistenza e l’operatività di una autonoma cellula criminale, dedita al traffico ed allo spaccio di droga nel capoluogo etneo ed a Giarre.
Per questo motivo, la Direzione Distrettuale Antimafia di Messina aveva rimesso i relativi atti di indagine ai colleghi di Catania, competenti per territorio, che hanno richiesto al G.I.P. i provvedimenti di custodia odierni.
Nel dettaglio, le indagini, condotte dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Messina, hanno consentito di far luce su una associazione finalizzata al traffico ed allo spaccio di sostanze stupefacenti, operante nel capoluogo etneo. Nel corso delle investigazioni, avviate nel dicembre del 2011 dagli esiti di una serie di intercettazioni telefoniche ed ambientali disposte nell’ambito di un’altra attività d’indagine, sono infatti emersi elementi di prova a carico degli odierni arrestati tali da far ritenere l’esistenza di una, contenuta nel numero, ma agguerrita associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti, in particolare cocaina, operante nella città di Catania e nell’hinterland.
Le indagini hanno appurato che il ruolo centrale veniva rivestivo da D’ANGELO Vincenzo che si occupava della gestione dell’organizzazione con autorevolezza, impartendo ai consociati disposizioni per la realizzazione delle operazioni di acquisto e rivendita dello stupefacente, la tenuta della contabilità necessaria a garantire gli approvvigionamenti e la raccolta del denaro necessario mediante la puntuale riscossione dei crediti, il cui adempimento veniva inesorabilmente preteso anche con modalità minacciose. Che il D’Angelo avesse un ruolo apicale, lo dimostra anche il fatto che veniva chiamato dagli altri componenti “zio”, quasi a volerne sottolineare l’autorevolezza.
Le attività investigative dell’Arma hanno altresì consentito di individuare il ruolo assunto dagli altri consociati permettendo di rilevare che colui che svolgeva una funzione per molti aspetti intercambiabile con quella del D’ANGELO, era COSENTINO Antonino che lo coadiuvava anche nell’approvvigionamento della droga da spacciare, mentre ECORA Agatino era il più stretto e stabile collaboratore al quale il D’ANGELO consegnava la droga di cui il gruppo si riforniva, accompagnandolo nelle spedizioni finalizzate all’acquisto e con il quale cooperava nella riscossione dei crediti. Infine ARENA Luigi era specificatamente addetto all’attività di spaccio al minuto della droga con il contestuale compito di riscuotere dagli acquirenti i relativi crediti. Nel corso delle indagini i militari dell’Arma hanno accertato ancora come gli spacciatori preferissero i contatti diretti con i clienti e quando erano costretti ad affidarsi ai telefoni cellulari, tutti adottavano particolari cautele per “criptare” la conversazione parlando di “motorino”, “macchina” o “camion” per intendere lo quantità dello stupefacente da spacciare. In qualche caso il quantitativo veniva indicato con il valore corrispondente (ad esempio “50 euro”).
Dopo le formalità di rito, tre dei quattro arrestati sono stati associati presso la Casa Circondariale di Catania Piazza Lanza mentre il D’Angelo veniva in serata arrestato dai Carabinieri nel litorale Romano.
Le persone colpite dalla misura cautelare in carcere sono:
ARENA Luigi, nato a Catania, cl. 1991;
COSENTINO Antonio, nato ad Acireale (CT), cl. 1989;
ECORA Agatino, nato a Catania, cl. 1990;
D’ANGELO Vincenzo, nato a Catania, cl. 1976 è stato arrestato nel tardo pomeriggio dai Carabinieri di Anzio sul litorale romano.
Catania – Quattro arresti per associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti
- Ultima modifica: 2015-12-10T10:58:04+00:00
da CanaleSicilia
Lo scorso novembre ha dato fuoco all’auto dell’attuale compagno dell’ex.
L’aveva già danneggiata in passato così come aveva fatto con un’altra auto che la vittima aveva appena parcheggiato per prendere la figlia a scuola. A mani nude, si era avvicinato all’auto e ne aveva distrutto il parabrezza.
Accadeva nell’ottobre del 2014. Appena un mese dopo, nonostante il divieto di avvicinarsi alla vittima, ancora nuovi episodi di violenza e stavolta la misura degli arresti domiciliari.
Oggi lo stalker, un venticinquenne con numerosi precedenti tra cui una condanna per evasione, è stato trasferito in carcere dai poliziotti del Commissariato di Pubblica Sicurezza di S.Agata Militello. Il lavoro di ricostruzione e d’indagine dei poliziotti ha permesso l’emissione della misura cautelare che ha raggiunto anche il fratello dello stalker. Ventidue anni, anch’egli con precedenti, non ha esitato ad aiutare lo stalker a perseguitare la vittima e le persone a lei vicine. Per lui gli arresti domiciliari.
Sms minatori, telefonate intimidatorie, insulti di ogni genere sui social. La ricostruzione dei fatti operata dagli investigatori ha confermato pedinamenti e molestie nei luoghi frequentati dalla vittima, persino sul posto di lavoro.
Sant’Agata – Arrestato stalker e fratello
- Ultima modifica: 2015-12-10T12:43:39+00:00
da CanaleSicilia
Image may be NSFW. Clik here to view.I Carabinieri del Sezione Tutela Patrimonio Culturale (TPC) di Siracusa unitamente a personale della Compagnia di Messina-Centro hanno sottoposto a sequestro preventivo “Palazzo Formento”, edificio settecentesco di notevole interesse storico e architettonico, sito in viale della Libertà.
Il provvedimento, emesso dal G.I.P. del Tribunale di Messina su richiesta della locale Procura, scaturisce dalle indagini svolte dai Carabinieri del TPC. L’intervento dei militari ha consentito di verificare e documentare lo stato di totale abbandono e degrado in cui versa lo storico palazzo. Sono stati rilevati consistenti danni alla struttura, interessata anche da crolli parziali, le cui condizioni sono ormai tali da rappresentare anche un concreto pericolo per la pubblica incolumità.
Allo stato attuale delle indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Messina, risultano indagate sette persone. Si tratta dei proprietari del palazzo che, pur essendo tenuti a garantire la conservazione dell’immobile, non hanno provveduto ai necessari lavori di manutenzione e restauro, peraltro più volte sollecitati dalla Soprintendenza per i beni culturali di Messina. Agli indagati vengono pertanto contestati i reati di “danneggiamento al patrimonio archeologico, storico o artistico nazionale” e di “omissione di lavori in edifici o costruzioni che minacciano rovina”.
L’operazione si inserisce nell’ambito di una più vasta azione di salvaguardia dei beni storici minacciati dal degrado e dall’incuria, fenomeni a cui spesso si aggiungono anche i furti e gli atti vandalici. Al riguardo, i Carabinieri del TPC continueranno a svolgere una costante e capillare azione di monitoraggio dei beni architettonici tutelati, in sinergia con i Comandi dell’Arma territoriale ed i Nuclei Elicotteri dei Carabinieri.
Messina – Sequestrato dai Carabinieri “Palazzo Formento”
- Ultima modifica: 2015-12-10T12:56:54+00:00
da CanaleSicilia
Image may be NSFW. Clik here to view.I militari del Gruppo di Messina della Guardia di Finanza hanno posto sotto sequestro, nei giorni scorsi, un frantoio sito in località S. Lucia della frazione Galati Superiore, che smaltiva illecitamente gli scarti di lavorazione nei pressi di un vicino corso d’acqua.
Le Fiamme Gialle, che hanno agito in esecuzione di un piano di servizi nel settore della polizia ambientale, hanno appurato che i residui del processo di trasformazione delle olive, la c.d. “sansa”, che rientra nella categoria dei rifiuti speciali, veniva abbandonata illecitamente e in modo del tutto incontrollato su un terreno posto nelle immediate adiacenze del frantoio.
Questo sistema, con l’andar del tempo, aveva dato origine a un invaso artificiale denso di questo materiale di risulta, il cui percolato si era infiltrato nel sottosuolo, contaminandolo, per poi confluire nel limitrofo torrente Galati e, naturalmente, da qui sino al mare. I Finanzieri hanno, quindi, proceduto, in collaborazione con personale dell’Agenzia Regionale Protezione Ambiente, al sequestro del frantoio, denunciando all’Autorità Giudiziaria il responsabile, per inquinamento delle falde acquifere e per deturpamento delle bellezze naturali. L’operazione di servizio s’inquadra nel contrasto ad ogni forma di illegalità che possa compromettere l’habitat naturale, a salvaguardia della salute della collettività.
Messina – Sequestrato frantoio, scaricava illegalmente le acque reflue
- Ultima modifica: 2015-12-11T10:03:25+00:00
da CanaleSicilia
Avevano utilizzato una sedia per arrampicarsi fino a raggiungere la finestra del primo piano di un appartamento della zona sud dove, nonostante fosse da poco passata la mezzanotte, non era presente nessuno.
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Utilizzando un grosso seghetto avevano già divelto una sbarra della grata in ferro, e stavano lavorando sulla seconda quando sono arrivati gli agenti delle Volanti.
Alla vista della pattuglia sono saltati a bordo dell’autovettura che avevano parcheggiato proprio sotto la finestra e si sono lanciati in una folle corsa. Dopo un inseguimento per le vie del quartiere, durante il quale i tre malviventi hanno tentato di disfarsi di alcuni oggetti lanciandoli dal finestrino, l’auto con a bordo i tre giovani è andata a sbattere su di una macchina parcheggiata. Scesi dall’auto hanno tentato di fuggire a piedi ma non sono riusciti a fare molta strada prima di essere fermati e arrestati dagli agenti delle Volanti.
Anche stavolta è stata la telefonata al 113 di un cittadino che ha permesso ai poliziotti di sventare il colpo ed arrestare i responsabili.
Sono tre giovani messinesi: NERONI Domenico Giovanni, 27 anni, ALLIA Antonino, 25 anni e GASBARRO Santo 19 anni, che dovranno rispondere di furto aggravato e possesso di arnesi atti allo scasso.
Gli oggetti lanciati dal finestrino durante l’inseguimento sono stati recuperati, si tratta di un grosso cacciavite e due paia di guanti da lavoro. Sull’automobile sono stati recuperati inoltre un seghetto, due martelli, uno scalpello, una chiave a pappagallo ed una pinza
ALLIA che era alla guida dell’auto durante l’inseguimento è stato inoltre denunciato per guida senza patente. L’autovettura che hanno utilizzato per il colpo, di proprietà della compagna di uno dei tre malviventi, è stata sottoposta a sequestro penale perché sprovvista di copertura assicurativa.
Su disposizione del PM Dott. Diego Capece Minutolo sono stati trattenuti nelle celle di sicurezza della Caserma Calipari in attesa del processo per direttissima che si terrà stamane.
Messina – Tre topi d’appartamento in manette dopo un folle inseguimento
- Ultima modifica: 2015-12-11T11:17:09+00:00
da CanaleSicilia
I Carabinieri della Stazione di Milazzo, agli ordini del Maresciallo Aiutante Tommaso La Rosa, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Barcellona P.G., Dott. Danilo Maffa, su richiesta della Procura della Repubblica, a seguito delle indagini coordinate dal sostituto procuratore dottoressa Federica Paiola e dal Procuratore della Repubblica dott. Emanuele Crescenti, hanno tratto in arresto VENEZIANO SALVATORE, 21enne milazzese 19.04.1994, pescatore, già noto alle forze dell’ordine ritenuto responsabile dei reati di stalking/atti persecutori, danneggiamento seguito da incendio, ingiuria, minaccia, violenza privata.
Il provvedimento scaturisce dalle indagini avviate nel mese di novembre a seguito dell’incendio avvenuto ai danni di una pizzeria sita in Barcellona P.G. e di proprietà dell’ex compagna dell’arrestato nonché vittima degli atti persecutori, 19enne di Barcellona.
Al termine di un’articolata attività investigativa i Carabinieri ricostruivano 8 mesi di atti persecutori, fatti di violenze fisiche con calci, pugni e schiaffi e violenza morali, con umiliazioni pubbliche e ripetute minacce di morte. Nel corso della relazione sentimentale, più volte la donna era stata sul punto di denunciare l’uomo ai Carabinieri. Puntualmente però il Veneziano la minacciava dicendogli che se lo avesse fatto l’avrebbe di sicuro ammazzata. La donna, in uno stato di perdurante terrore, provocato dagli improvvisi e violenti scatti di ira del all’epoca fidanzato, si rassegnava a non denunciare e continuare a subire. La vittima, come poi ha spiegato ai Carabinieri, era davvero terrorizzata dall’uomo, non solo per le ripetute aggressioni nei suoi confronti, ma anche per la sua caratura criminale, che ha scoperto solo con il passare del tempo.
Dagli accertamenti dei Carabinieri emerge, infatti, che il Veneziano era verosimilmente coinvolto nel racket delle estorsioni a Milazzo e dintorni e presumibilmente ha svolto un ruolo importante in diversi incendi di autovetture anche nell’ultimo anno.
In una circostanza in particolare, nel giugno 2015, l’arrestato, anche per impressionare la vittima, all’epoca sua fidanzata, si è recato con lei a bordo di una vettura, a Venetico e in sua presenza ha provocato l’incendio di una autovettura parcheggiata dopo averla cosparsa di benzina. In un altro caso il Veneziano si è apertamente vantato con la donna di aver incendiato un’altra macchina, che è effettivamente è stata bruciata a Milazzo nel maggio scorso.
In tutti i casi in cui il Veneziano procedeva a bruciare delle autovetture, se ne vantava con la sua donna riferendo di incassare dai 100 ai 150 euro per ogni incendio. Riferiva inoltre che quegli incendi erano rivolti a persone “che non volevano pagare” e che in altri casi egli stesso aveva proceduto a “preparare” e poi a “depositare” delle bottigliette contenente liquido infiammabile.
Tutte queste allusioni a una presunta vicinanza a un pericoloso ambiente criminale, insieme a una condotta di estrema violenza verbale e fisica, avevano fatto sprofondare la giovane vittima in uno stato di terrore e assoggettamento.
Nonostante la paura, la donna però, a novembre, si decideva a troncare la “complicata” relazione chiedendo al Veneziano di lasciarla in pace. L’arrestato, che non accettava la ferma posizione della giovane donna, dapprima procedeva con telefonate anonime e messaggi minacciosi e poi all’apice dell’ira, vistosi respinto, proprio la notte dopo aver saputo di essere stato lasciato, provocava l’incendio della Pizzeria di proprietà della famiglia della vittima.
I Carabinieri di Milazzo e la Procura di Barcellona P.G. mettono fine a un incubo per una giovane donna costretta da mesi a subire violenze in silenzio. L’arresto rappresenta un importante risultato operativo anche alla luce della pericolosità del Veneziano e della sua “vicinanza” e “collaborazione” con un certo tipo di criminalità organizzata operante su Milazzo e dedita alla raccolta del “pizzo”, che già nei mesi scorsi ha subito duri colpi a seguito di vari arresti.
Il Veneziano tratto in arresto in esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare per i reati di atti persecutori e danneggiamento seguito da incendio veniva tradotto presso la casa circondariale di Messina-Gazzi.
Milazzo – Arrestato 21enne per stalking e incendio di una pizzeria
- Ultima modifica: 2015-12-11T18:04:37+00:00
da CanaleSicilia